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Pelle e Trucco Permanente
La pelle nel Trucco Permanente

Ciao, oggi ti racconto cosa rende davvero difficile il lavoro della dermopigmentista…

Ricordo ancora che al mio primo corso, quando vivevo a Roma, la mia insegnante (che era un’operatrice di grande esperienza) spiegò che era così difficile svolgere questo lavoro e che ci voleva così tanto tempo e pazienza e costanza per imparare a farlo, che la maggior parte di noi corsiste non ce l’avrebbe fatta!

Sembra strano, ma dopo tanto tempo ricordo ancora quelle parole, ed ogni volta che avrei voluto gettare il dermografo dalla finestra, proprio queste parole mi hanno dato la spinta per continuare.

Perché è così difficile?!
Sono tanti i fattori, ed oggi ti svelo il primo.

Lavorare sulla pelle

In cosa consiste la bravura in una buona operatrice?

Una buona, buonissima mano che crea disegni e trattamenti perfetti sicuramente ha il suo ruolo, ma per quanto un lavoro possa essere bello e impeccabile, non lo si può apprezzare se a monte non viene fatta una giusta analisi della pelle.

Mi scontro frequentemente con l’idea che “se alla mia amica il trattamento è venuto così, perché a me non può venire allo stesso modo?”. Semplice, “Perché la tua pelle è diversa!”.

Magari potessi disegnare su un foglio, ma non è così…

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Photo by Kalos Skincare on Unsplash
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Photo by Erik Mclean on Unsplash

La pelle in quanto organo, vive, è formata da cellule, ha i pori, ha uno spessore, e si differenzia da mille sfaccettature: la tipologia (pelle secca, grassa, mista…), pelle giovane o pelle matura, la pigmentazione (ogni pelle è naturalmente pigmentata in modo diverso dalle altre, e questo influisce sulla scelta dei pigmenti da usare per il trucco permanente).

Senza dimenticare – non meno importante del resto – come viene trattata:

  • Viene esposta spesso al sole?
  • Vengolo utilizzati i giusti prodotti?
  • E’ abbastanza idratata?
  • Ci sono molte rughe?

Tutti questi aspetti, e non solo questi, vanno valutati al momento del trattamento, e incidono fortemente sulla riuscita di esso.

Lavorare su una pelle in buono stato, con una buona idratazione e che non ha particolari problematiche, è sicuramente molto più semplice. Questo non vuol dire che non si può lavorare sulle altre, ma che la dermopigmentista deve saper valutare sulla base di cosa si trova davanti la tipologia di trattamento che andrà eseguito, il modo migliore per farlo (aghi e pigmenti sono scelte importanti) e, perché no?!, spiegare bene alla cliente le proprie scelte e come potrà risultare il trattamento dopo la guarigione.

Un’altra variante è come reagisce la pelle alla fase della cicatrizzazione che avviene nei giorni successivi al trucco permanente: può trattenere molto bene il pigmento, oppure poco. E come la cliente tratta la pelle in questa fase è proprio un fattore determinante (ma dedicherò un altro articolo a questo argomento specifico).

Come avrai capito, il risultato non potrà essere lo stesso per tutti, e trovare la soluzione adatta per ottenere il massimo è la vera difficoltà. Per questo, imparare ad ascoltare la cliente, capire cosa cerca, e capire se è possibile realizzarlo, è per me un impegno costante.

Un abbraccio, a presto!
Lucia

Dermopigmentazione a Firenze

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